“Dormi ora, ché tra un po’ non potrai più farlo!” è una delle tipiche raccomandazioni che la maggior parte delle donne in gravidanza
riceve, e che racconta un po’ dell’esperienza comune sul sonno delle mamme, subito dopo la nascita di un figlio.
Sonno e post partum: una grande sfida
La mancanza di sonno è una delle grandi sfide del post partum, che le neomamme si trovano ad affrontare sin da subito. Notti insonni,
spesso solitarie e che sembrano non finire mai. Notti in cui, dopo l’ennesimo risveglio, la speranza di poter riposare (almeno un po’)
lascia spazio a stanchezza, frustrazione, rabbia, angoscia e domande come “cosa sto sbagliando?”, “sarà sempre così?”. Cicli di sonno
più brevi, distribuzione non suddivisa tra giorno e notte (il bambino comincia a produrre melatonina a partire da circa il quarto mese di
vita) si sommano ai cambiamenti psicofisici che la donna stra attraversando. La stanchezza, giorno dopo giorno, e lasonnolenza diurna
possono complicare le attività quotidiane.
Perché il mio bambino non dorme?
E’ importante sapere che il sonno è un processo evolutivo, che cambia nel tempo, nel corso dello sviluppo del proprio bambino o della
propria bambina. I ripetuti risvegli del neonato sono fisiologici e il ciclo di sonno funziona in modo differente da quello dell’adulto: i
neonati dormono circa 16-18 ore nel corso delle 24 ore, con sonnellini di circa 3 ore, distribuiti nell’arco dell’intera giornata. Alla nascita il
sonno REM (sonno caratterizzato da movimenti oculari rapidi e che, insieme al sonno NON-REM , rappresenta uno dei due stati che
caratterizzano il sonno) occupa il 50% del tempo dedicato al riposo, ed è proprio in questa fase che si consolidano memoria e
apprendimento e viene rilasciato l’ormone della crescita. Generalmente, durante il primo anno di vita la durata complessiva del sonno
raggiungerà le 15 ore giornaliere, concentrandosi sempre di più nella notte.
Cosa fare?
Il cambiamento della quantità e della qualità del sonno in questa fase è inevitabile, e ciò può rappresentare una fonte di stress a cui le
neomamme sono esposte in questo delicato periodo. Ci sono alcune accortezze di carattere pratico che possono essere d’aiuto per
riuscire a ricaricare, anche solo un poco, le batterie: riposare quando il proprio piccolo dorme e coinvolgere il proprio partner nella
gestione del menage familiare, dando la priorità al proprio benessere. Tutto questo è più importante, per la mamma e per il piccolo, più
di una casa ordinata. E’ fondamentale anche ricevere aiuto pratico, nella gestione delle incombenze quotidiane (un pasto pronto o la
spesa fatta da parenti o amici possono essere preziosi). Ma soprattutto, in questo periodo di fatica e cambiamento, parlare a se stesse
con gentilezza, senza giudizio, provando a coltivare un dialogo interiore che sia comprensivo e delicato, legittimando la propria
stanchezza e tutte le emozioni provate, anche quelle più faticose e che ci colgono di sorpresa. E’ davvero importante darsi il tempo per
riprendersi, lasciando andare gli stereotipi irrealistici, che dipingono madri instancabili e perennemente sorridenti. E chiedere l’aiuto di
un professionista, che possa accogliere vissuti ed emozioni in uno spazio protetto, quando la fatica è troppa.
Anna Scarafile- Psicologa Perinatale