Compiti a casa: pronti per il prossimo round?

Istruzioni dedicate a mamma e papà per non finire KO

Per alcuni di voi il momento dei compiti potrebbe essere un match perso in partenza, per altri un duro incontro che alla fine vi mette all’angolo. Così anche l’ultimo fine settimana, al posto di rigenerarvi si trasforma in uno scontro faticoso. 

Se, come la maggior parte dei genitori, siete tra coloro che sospirando alzano gli occhi al cielo all’idea di affrontare con vostro figlio l’argomento compiti, questo articolo fa al caso vostro.

Le frasi che i genitori non vorrebbero sentirsi dire

Come ad ogni incontro che si rispetti è bene presentarsi allenati e preparati; niente è lasciato al caso. Ecco come parare alcuni ganci ben assestati prima ancora di iniziare a “fare i compiti”. Chi non ha mai sentito: 

  • NON VOGLIO FARLI”, solitamente questa affermazione accende ire funeste e grida a perdi fiato.  Vi capiamo, quindi che fare? Potreste rispondere con calma e fermezza che è una sua responsabilità, dargli del tempo per riflettere e riparlarne più tardi, offrendogli il vostro aiuto. Se sceglierà di non farli, potrà discutere questa sua decisione il giorno dopo con l’insegnante. 
  • NON SONO CAPACE”, questa frase spesso nasconde diverse insidie, vostro figlio potrebbe: non avere voglia, faticare nel reggere la frustrazione di non farcela ai primi tentativi oppure la pigrizia si è impossessata di lui!

Alcune volte basta semplicemente incoraggiarlo e rassicurarlo circa le proprie capacità, altre offrire un sostegno emotivo alla sua fatica, mostrando comprensione e aiutandolo a sviluppare un senso di responsabilità e impegno.

  • “AIUTAMI TU”, non cadete nella trappola, offrire il vostro aiuto non significa lavorare al suo posto ma al contrario, accompagnatelo quando necessario, nella risoluzione delle difficoltà che incontra, diventando complice del bambino nel superare gli ostacoli. Per coinvolgerlo, potreste ad esempio chiedetegli di aiutarvi a capire meglio in cosa ha difficoltà e guidarlo nel risolvere un problema (es. rivedere le pagine di teoria prima di fare l’esercizio).
  • “LI FACCIO DOPO”, Sì, ma dopo quando? Dategli del tempo per riposarsi dopo la scuola e concordate l’orario per iniziare i compiti. Stabilite un limite orario (meglio se prima di cena) e proponetegli un’attività per lui/lei piacevole al termine dei suoi doveri scolastici (es. un film con la famiglia). 

Attenzione: in alcuni casi, scuse e/o pretesti per evitare di fare i compiti, potrebbero mascherare un disagio effettivo e non un semplice capriccio. È bene prendere del tempo per osservare, parlarne insieme al vostro bambino e, se necessario, parlarne con le insegnanti per poter escludere la presenza di difficoltà scolastiche. Se cosi fosse sarebbe opportuno rivolgersi ad un professionista.

Consigli utili

Ecco alcuni consigli pratici per un match vincente:

  1. LUOGO: Potrebbe sembrare secondario eppure il luogo dove il vostro bambino fa i compiti ha una sua importanza, esso dovrebbe infatti essere un ambiente pensato per favorire la concentrazione.
  2. PIANIFICARE: Possiamo aiutare il nostro bambini a costruire un piano di lavoro, ordinando le attività in base alle scadenze e alle priorità. Potreste creare un calendario assegnando ad ogni compito un tempo massimo in linea con il grado di difficoltà. 
  3. RELAX: Fare delle pause o prendersi momenti di break tra un’attività e l’altra. Questo aiuta nella resistenza, nell’attenzione e nel rendimento durante l’esecuzione dei compiti.
  4. FLESSIBILITÁ: se la strategia utilizzata non è funzionale, è possibile modificare la routine in linea con bisogni del bambino e le sue difficoltà, ad esempio riducendo o suddividendo ulteriormente gli esercizi di una materia più difficoltosa per lui.

CHRISTAMAS EDITION

Si avvicinano le vacanze natalizie, ma se da una parte segnano l’inizio dei giorni di libertà e della pausa dalla scuola, dall’altra bisogna affrontare il temuto momento dei compiti scolastici. La socializzazione, il riposo e il gioco sono fattori importanti per abbassare il livello di stress e favorire l’approccio ai compiti, lasciate quindi che goda di qualche giorno di pausa. È importante creare anche in vacanza delle routine entro cui il bambino può muoversi, considerando giorni di riposo in occasioni di attività piacevoli, niente compiti sotto l’albero! 

Pronti per il prossimo match? Ora avete qualche “colpo segreto” in più da sferrare. Ci saranno certamente dei momenti in cui non riuscirete nel vostro intento, mi raccomando non demordete; d’altronde in ogni incontro che si rispetti, qualche colpo si incassa. Tenete in mente l’obiettivo, affrontate la situazione con calma e fermezza e siate complici con il vostro bambino. Fate in modo che il match venga vinto da entrambi. Tifiamo per voi!

Chiara  Porati  –  Psicologa e psicoterapeuta in formazione, mi occupo di età evolutiva e genitorialità.

Elisa Braglia – Psicologa e psicoterapeuta in formazione, mi occupo di disturbi specifici dell’apprendimento e del Metodo Feuerstein.

Studio Pensare a colori nasce dal desiderio di aiutare le persone a trovare le strategie che gli permettano di rispondere alle situazioni che provocano loro sofferenza, fornendo gli strumenti per “pensare a colori”.

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